Il business model canvas è imprescindibile per chiunque voglia fare azienda in maniera serie e profittevole. Chi è un imprenditore – o aspira a esserlo – lo sa benissimo: non c’è strategia di crescita se non si pianifica tutto nei minimi dettagli.
Al netto delle varie differenze che possono esserci tra un’attività e un’altra, c’è un documento che permette di avere un quadro generale: il business model canvas.
Ecco di cosa si tratta.
Che cos’è il business model canvas?
Il business model canvas è un documento che si sta diffondendo sempre di più, considerando che tanti stanno dando le dimissioni dal proprio lavoro. In pratica, è una sorta di template in cui sono menzionati tutti gli ‘attori’ che compongono un’azienda: fornitori, prodotti, clienti e così via.
Si può trovare anche sotto l’acronimo di BMC ed è stato prima sviluppato nel 2010 da un team di esperti a livello mondiale per poi essere pianificato nel 2014. Ovviamente, con il tempo ha subito varie modifiche che, però, non hanno intaccato il ‘cuore’ di questo modello.
A cosa serve il business model canvas?
Il business model canvas ha uno scopo importantissimo: se fatto bene, infatti, salvo casi particolari, riesce a fornire un quadro reale delle prospettive aziendali e del valore che ogni elemento ha all’interno dell’azienda stessa.
Inoltre, può essere anche un mezzo per unire ancora di più il gruppo di lavoro. È da questo foglio di lavoro che partono quelle discussioni infinite su come agire e come svolgere al meglio i propri compiti. Per non parlare, poi, di un eventuale riposizionamento sul mercato, dell’immissione di un nuovo prodotto e così via.
Da cosa è composto il business model canvas?
Il business model canvas è composto da diversi elementi. Hanno tutti nomi in inglese ma, in realtà, hanno un significato molto semplice. Qui si possono trovare le ‘Key Activities’, che consistono in attività da fare per poter raggiungere i clienti scelti e posizionarti al meglio sul mercato di riferimento. A fianco di esse, ci sono le ‘Key Resources’, cioè tutte le risorse, appunto, di cui disponi per svolgere quelle attività. Risorse persone e fisiche.
Da non sottovalutare nemmeno la ‘customer relationship’, cioè il modo di comunicare con il proprio target. Si intende sia il linguaggio che la modalità di conversazione. Dalla relazione con il consumatore si passa alla ‘value proposition’, cioè il valore che deve essere percepito dai clienti. Qui sono tanti i fattori che entrano in gioco: da ciò che si propone al prezzo, passando per la disponibilità del prodotto stesso.
I clienti non sono una massa informe ma, anzi, possono essere suddivisi per categorie. E questo si può progettare con il business model canvas che prevede una sezione chiamata ‘Customer Segments’: cioè, la ‘divisione’ della platea di consumatori in base a dei criteri che possono essere oggettivi – età, genere, luogo di nascita – e soggettivi, come la disponibilità di acquisto.
I flussi di entrata sono fondamentali e vanno segnati all’interno del blocco chiamato ‘Revenue Streams’. Ovviamente, come si può immaginare, devono essere superiori ai costi. Costi che vengono calcolati e segnati dentro la ‘Cost Structure’, in cui si inseriscono le uscite variabili e fisse. Infine, attenzione ai canali di comunicazione, che devono essere approfonditi nella sezione ‘Channels’.
Come si compila il business model canvas?
Compilare il business model canvas è semplice se si hanno le idee chiare. Di solito, si divide la struttura in blocchi che possono variare a seconda dell’attività. In linea di massima c’è un’area dedicata alla proposta che si va a fare, una dedicata proprio ai soldi, una ai clienti e una all’infrastruttura.
Non c’è uno strumento migliore dell’altro per svilupparlo al meglio. Si possono usare degli strumenti in Drive, affinché tutti possano modificarlo di volta in volta, o dei tool a pagamento appositi con funzioni specifiche.
Perfino il caro vecchio foglio di carta può andare bene. Non conta la forma, ma la sostanza. Una volta definite le aree, all’interno di esse vanno inseriti gli specifici elementi facendo attenzione a non sottovalutare o sopravalutare nulla. Quello sì che sarebbe un errore che, alla lunga, potrebbe portarti dei problemi non indifferenti. Causando perdite che potrebbero essere evitate con un pizzico di attenzione in più.